martedì 4 dicembre 2007

Alzabandiera mattutino

4 dicembre anno Domini 2007

Il senato accademico approva il bilancio annuale.

La Jolly Roger sventola sui palazzi dell’università, sovrastando i gonfaloni del rettorato.

La ciurma dei filibustieri torna ad attraversare la cittadella.

Mentre ammiragli e commodori, rintanati nelle cabine del bastimento reale, tracciano la rotta ufficiale dell’ateneo, al largo riappare il vascello.

Vascello che in troppi vorrebbero fantasma.

Pirati, esistenze bandite da una legalità a senso unico.

La legalità che sgombera le notti bianche, che impone di smaterializzarsi alla chiusura delle facoltà, che perseguita chi liberamente condivide saperi e costruisce socialità.

La loro legalità, brandita come un’arma contro tutto ciò che è critica sociale, volontà di cambiamento.

I pirati siamo noi, tutti noi.

Noi, che quotidianamente abitiamo la città e ne costruiamo la ricchezza.

Noi, che la loro legalità la infrangiamo senza neppure accorgercene.

Ogni volta che fotocopiamo un libro, scarichiamo una canzone, masterizziamo un film, sediamo in piazza a bere una birra.

Noi, che rivendichiamo spazi e tempi di uno stile di vita altro, un’università fatta dagli studenti, per gli studenti. Arricchita dai nostri saperi, non solo dai nostri soldi.

La corte oggi redige la sua lista della spesa, a noi rimane una prospettiva di vita immiserita e precaria.

Ma fuori da quelle stanze un universo di sogni e desideri vive sull’isola.

Oggi le nostre bandiere sventolano al sole.

e l’arrembaggio sarà un sogno collettivo…

sabato 24 novembre 2007

Scorribanda a corte

24 Novembre dell'anno domini 2007
All'aula absidale di Santa Lucia si inaugura il novecentoventesimo anno dell' Alma Mater Studiorum
Una presenza clandestina irrompe sulla scena
Le ombre di una ciurma fantasma improvvisamente prendono corpo

Sono i pirati
La fastidiosa insidia delle rotte commerciali di quest'università
Custodi dei saperi dell'arcipelago
Allergici alla disciplina ottusa, agli ammiragli e ai coprifuoco, navigano altre rotte, altri tempi
Liberi come l'oceano che abitano giorno e notte

Oggi si sono permessi un autoinvito al gran ballo di corte
Oggi la loro scorribanda è un ballo co' lor signori
Alla fastosa cerimonia della loro ipocrisia, un giro di danze lo vogliono anche loro

Oggi la ciurma ha scritto il primo atto di una nuova narrazione
Da far vivere e crescere sotto i portici di questa università

Con la promessa che l'arrembaggio sarà un sogno collettivo

venerdì 23 novembre 2007

Sull'isola...

Sull’isola
Pirati ovunque. Di giorno e di notte.
Abitano porti nascosti, villaggi, amache, anfratti.
Aprono sentieri nella giungla, legano ponti sui fiumi, costruiscono approdi dove rattoppare i loro legni precari.
A volte, la notte, accendono fuochi sulle spiagge e cantano.
O riempiono le locande di mille voci che parlano mille lingue, narrano mille storie.
Storie di porti lontani da dove ognuno proviene, di tutto quello incontrato nell’incessante viaggiare.

Pirati ovunque.
Con le guardie alle calcagna.

Perché si rifiutano di portare una divisa.
Perché i mozzi sulle navi di Sua Maestà non li vogliono fare.
E la sbeffeggia pure, Sua Maestà, quella marmaglia di senzadio.
Perché bevono troppo rum.
Perché sono eretici bestemmiatori.
Perché navigano fuori dalle rotte ufficiali e concordate.

Sullo scoglio
La città reale è marmo bianco, prepotente e inespugnabile.
Ma quando il sole sale a picco dentro mura così alte l’aria si fa irrespirabile.
E’ allora, che nella brezza che spira dal mare sembra di sentire le risate eccitate di quei filibustieri che si ostinano a solcare in lungo e in largo flutti sconosciuti.
Incorreggibilmente liberi.

La città reale impaurita, paralizzata, abbarbicata sullo scoglio dell’isola.

L’Isola dei Pirati.